venerdì 23 ottobre 2009

Evoluzione dell'esoterismo e delle religioni.



Quando parliamo di “DIO” o di qualunque altre forma di entità soprannaturale, dobbiamo essere consapevoli che è una “nozione” non molto precisa e Gerardus van der Leeuw, nel suo libro Fenomenologia della religione, ci sottolinea che l’esperienza religiosa vissuta si riferisce a qualche cosa DI DIVERSO, CHE SORPRENDE, che esce dall’ordinario.
La credenza più antica è generata da osservazioni empiriche; e per la maggior parte dell’evoluzione della religione primitiva, dobbiamo sostituire all’immagine di Dio (concepita solo negli ultimi millenni), la semplice NOZIONE del diverso, dell’eterogeneo, dello straordinario.
Il soprannaturale, in qualunque sua forma, è dotato di Potenza (o MANA), e non è di natura fisica, ma si rivela nella forza fisica o in tutte le forze e capacità possedute dall’uomo.
Sciamanesimo, in antropologia culturale, è un termine che indica l'insieme delle credenze ed il modo di vivere e di vedere il mondo, di società animiste non alfabetizzate, imperniato intorno ad una particolare figura di guaritore-saggio ed alla sua attività magico-religiosa: lo sciamano.

Lo sciamanesimo si riferisce a una vasta gamma di credenze e pratiche tradizionali che comprende la capacità di diagnosticare e curare malattie, nonché tutti i possibili problemi della comunità e del singolo, dal come procurarsi il cibo al come sbarazzarsi dei nemici. Ciò attraverso l'asserita capacità dello sciamano di "viaggiare" in stato di trance nel mondo degli spiriti e di utilizzare i loro poteri. È questa la principale caratteristica dello sciamano che lo contraddistingue da altre forme di guaritore.

Lo sciamanesimo è un'antichissima pratica transculturale che presenta caratteri distintivi ben precisi e comuni, all'interno di una struttura flessibile, capace cioè di adattarsi a diverse culture e religioni.

Riportiamo, quindi, un breve riassunto dell'evoluzione antropologica:
Il numero di “Science” del 2 ottobre è stato dedicato alla descrizione dell’Ardipithecus ramidus, l’ominino riportato alla luce tra il 1992 e il 1995 da Tim White ad Aramis, in Etiopia, e datato a 4,4 milioni di anni fa, una forma né scimmia e né uomo. E’ un antenato di Lucy, l’australopiteco vissuto circa 3,5 milioni di anni fa; e discende dagli antichissimi ardipitechi, vissuti fra 7 e 4,4 milioni di anni fa. Anche se non è esattamente l’anello mancante, si ci avvicina moltissimo. Dagli australopitechi discende poi il genere homo. (vedi: http://it.wikipedia.org/wiki/Evoluzione_umana).
Un milione di anni fa, una nuova specie denominata Homo Erectus (che aveva da poco soppiantato cugini più antichi come l'Homo Ergaster e l'Homo Habilis) aveva fatto la sua comparsa in Africa e in Asia e si era spinta successivamente anche in Europa e in Italia.
Per migliaia di anni, deserti, ghiacciai e vasti mari interni avevano isolato i vari gruppi di ominidi.
Nell'ambiente gelido e inospitale dell'Europa settentrionale si era sviluppata una nuova specie ben adattata al freddo: l'Uomo di Neanderthal appunto. L' Homo di Neanderthal è stato una delle specie umane di maggior successo in assoluto. Per 250.000 anni ha dominato l'Europa, un continente stretto dalla morsa delle ere glaciali e popolato da belve e animali selvatici.
Poi, 100.000 anni fa, la sfida decisiva: l'arrivo - ancora dall'Africa - di un'altra specie umana.....l' Homo Sapiens. La fenomenologia delle religioni risale almeno all’uomo di Neanderthal, con il culto dei morti e degli antenati, e si replica poi nell’homo sapiens, con lo sciamanesimo.
Nei pressi di Baku, in Azerbaigian, nel sito di Qobustan, vi è un insediamento con numerose incisioni rupestri del periodo neolitico. Si possono ammirare più di 4000 iscrizioni che risalgono a oltre 12.000 anni fa e pitture rupestri che ritraggono uomini e donne dell'età della pietra impegnati nella caccia o in danze rituali. Si ritiene che le loro danze fossero accompagnate dalle melodie del Gaval-Dashy (la pietra tamburino), una roccia che emette un suono profondo e risonante quando viene sfregata. Segno che già a quel tempo esistevano religioni primitive post sciamanesimo.
Bisogna aspettare i Sumeri, con l’invenzione della scrittura per passare dalla preistoria alla storia. La Mesopotamia, nel periodo che va dalla fine dell'ultima età glaciale (c. 10000 a.C.) e l'inizio della storia,venne abitata da varie civiltà come quella Ubaid e quella Uruk. Uno dei siti neolitici più vecchi conosciuti in Mesopotamia è Jarmo, datato 7000 a.C. circa. A partire dal 3500 a.C. la Mesopotamia venne abitata da fiorenti civiltà come i Sumeri, gli Accadi, i Babilonesi, gli Assiri, gli Ittiti, gli Hurriti e i Cassiti. Alcune di queste civiltà fecero importanti scoperte e invenzioni. Per esempio i sumeri furono tra i primi a inventare la scrittura mentre i babilonesi hanno inventato uno dei primi codici di leggi della storia, il Codice di Hammurabi.

RELIGIONE SUMERA:
I Sumeri adoravano una triade principale, rappresentata da An, dio del cielo; da Enlil, dio dell'aria, o dell'alito del vento e delle grandi tempeste (si consideri che il territorio è alluvionale e palustre; la parola paradiso, di derivazione indoeuropea, significa forse giardino palustre) ; e da Enki, dio della terra o del sottosuolo. Veneravano inoltre la dea Inanna, dea dell'amore e della guerra (equivalente alla dea Accadica Ishtar), il dio Dumuzi, dio della pastorizia, il dio Ningirsu patrono della città di Lagash, la dea Nammu, dea generatrice, e altre divinità, circa seicento, suddivise fra dei minori ed oggetti sacri.

Gli dei Sumeri (dingir, plurale dingir-dingir oppure dingir-e-ne) erano generalmente i patroni di particolari città, dove venivano venerati e avevano il loro tempio. La loro importanza religiosa logicamente seguiva le sorti politiche della città, cosicché spesso predominava, anche su tutto il paese, a volte invece era asservita ai voleri del vincitore. Particolarmente temuta era la distruzione del simulacro sacro, o il furto della statua che veniva portata in esilio dal nemico.

Secondo il credo Sumero, gli dei avrebbero creato gli umani dall'argilla, per usarli come servitori. Spesso gli dei esprimevano la loro ira e frustrazione nei terremoti: l'essenza della religione Sumera era sottolineare che tutta l'umanità stava alla mercé degli dei.

I Sumeri credevano che l'universo consistesse in un disco piatto racchiuso in una cupola. L'aldilà significava la discesa in un vile mondo inferiore, per passare l'eternità in una miserabile esistenza come un fantasma (Gidim).

I templi sumeri erano costituiti da una navata centrale con corridoi ai lati. A fianco dei corridoi c'erano le stanze dei sacerdoti, alla fine di uno dei due c'era un palco e una tavola di argilla per i sacrifici animali e vegetali. I granai e i magazzino si trovavano solitamente vicino ai templi. Dopo un certo periodo, i Sumeri cominciarono a piazzare i templi sopra colline artificiali, terrazzate e a più strati: le ziggurat.

Fortunatamente, oggi conosciamo gli aborigeni australiani, vissuti per almeno 50.000 anni isolati dagli altri continenti, e che non hanno quindi subito l’evoluzione dei concetti religiosi degli altri popoli della terra. E’ infatti molto probabile che, essendo la religione sumera molto strutturata, questa discenda da tradizioni orali o archetipe inconscie risalenti ad almeno 12.000 (o più) anni prima dell’avvento della scrittura. Tale tradizione orale (e/o archetipa inconscia) ha poi interessato tutte le altre religioni della terra (Induismo, Buddismo, Taoismo, Magia Egiziana, Ebraismo, Mitologia greca (da cui discende anche la filosofia greca), etc.. L’Australia è l’unico lembo di terra oggi sul Pianeta, nel quale i reperti archeologici e soprattutto le opere d’arte, permettono di ricostruire 50.000 anni di storia di popoli cacciatori-raccoglitori dell’età della Pietra, e nel quale persistono ancora tradizioni orali che confortano tali ritrovamenti con testimonianze dirette dei loro contenuti concettuali. Ad esempio, questo popolo non ha il concetto di Dio e nemmeno quello della proprietà (sono loro che appartengono alla terra dove vivono, e non viceversa). Vedi http://www.psicoanalisi.it/psicoanalisi/osservatorio/articoli/osserva40.html.